domenica 3 luglio 2011

Stop alle ganasce fiscali!


“Stop alle ganasce fiscali!” E’ questa la richiesta avanzata da una risoluzione approvata dalla Commissione Finanze della Camera. La questione era stata sollevata anche dal ministro Tremonti, e il fatto che la risoluzione sia stata approvata con voto bipartisan conferma due aspetti: in primo luogo davanti alle sanzioni siamo pronti a collaborare con il nemico, e poi, forse, le regole così come sono non fanno il  bene di nessuno e vanno veramente riscritte.

In particolare, la risoluzione propone di introdurre maggiore flessibilità nei confronti di quegli imprenditori morosi, ahimè, alle prese con i provvedimenti di riscossione coattiva (tra i quali le famigerate ganasce fiscali). L’atteggiamento che prevaleva fino ad ora era stato l’opposto: cartelle recapitate con una non chiara identificazione delle multe, sanzioni ed interessi per le infrazioni e pronta esecutività dei provvedimenti.
E cosa hanno pensato i nostri legislatori? Di chiedere sostanzialmente tre cose: primo, la possibilità di concedere al debitore un nuovo piano di rateazione in caso di mancato pagamento di una o più rate se effettivamente il contribuente si trova in una situazione di difficoltà economica. Secondo: rivedere la disciplina dei debiti sotto i 2.000 Euro (Equitalia in questi casi dovrebbe limitarsi a mandare solleciti di pagamento, senza azioni esecutive). Terzo: innalzare a 20.000 l’importo del debito al di sotto del quale non è possibile iscrivere ipoteca o procedere all’espropriazione degli immobili.

Dicevamo, la richiesta sarebbe particolarmente gradita anche se appare in controtendenza anche con recenti provvedimenti emanati (e assolutamente pro-fisco!), quali l’impossibilità di compensare tributi erariali se si hanno delle cartelle di pagamento scadute per importi superiori a 1.500 Euro (art. 31 del D. Lgs  78/2010) o l’esecutività delle cartelle esattoriali a partire dal 1° luglio 2011; mi soffermerei su quest’ultima norma perché secondo me ha dell’incredibile: tra un mese, infatti, se arriva una cartella esattoriale, il contribuente è tenuto a versare la metà dell’importo anche se si intende fare ricorso. La domanda è: che questa risoluzione sia solo un contentino per controbilanciare le bastonate –fiscali, s’intende– in arrivo?

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