sabato 9 luglio 2011

MARIO DRAGHI: UNA RIVINCITA PER L’ITALIA

“Il risorgimento politico di una nazione non va mai disgiunto dal suo risorgimento economico”. Lo disse Cavour e lo ha ripetuto Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia e designato, dal prossimo 24 giugno, presidente della Banca Centrale Europea.

Parole, quelle di Draghi, che hanno dato un assaggio della sua futura linea guida e che confermano che non ci saranno sconti per il Belpaese.

Il rigore di Draghi è stato apprezzato anche oltralpe: ”Il meglio dell'Italia alla guida della BCE”. E’ questa l’opinione che “Le Monde”, il maggiore quotidiano di Francia, si è fatto sul futuro presidente della Banca Centrale Europea. All’interno del giornale viene presentato un lungo ritratto dell’economista che mette in risalto come un italiano, “frivolo e spendaccione” secondo i cliché francesi, sia riuscito, grazie alla sua discrezione e alla sua pazienza a vincere la concorrenza per porsi alla guida di una istituzione bancaria nota per il suo rigore.

Ma cosa piace così tanto di lui, tanto da convincere anche i nostri (sempre scettici!) cugini francesi? Forse il suo pragmatismo, la sua capacità di dire le cose in modo diretto, proprio come ha fatto nel suo ultimo discorso da presidente della Banca d’Italia. In questa occasione, Draghi ha messo in luce i guai del nostro Paese, ma ha anche affermato l’obiettivo di tornare alla crescita. Il governatore propone una lista di otto proposte che partono con l'efficienza della giustizia civile, la riforma del sistema dell'istruzione, la riduzione delle aliquote fiscali su cittadini e imprese, finanziando i tagli attraverso il recupero dell'evasione fiscale, la concorrenza, il mercato del lavoro e gli investimenti nelle infrastrutture. Si tratta di riforme che vanno realizzate pensando “a quale Paese lasceremo ai nostri figli”.

Le considerazioni di Draghi naturalmente non si sono limitate all'Italia, ma hanno spaziato nell'economia internazionale e soprattutto europea. Il governatore ha sottolineato la necessità di attuare le riforme, a cominciare dagli accordi di Basilea III tesi a rafforzare la solidità patrimoniale delle banche, per far sì che il dilemma delle “banche troppo grandi per fallire” non finisca ancora una volta per scaricare i costi dei loro salvataggi sulla collettività.

Riguardo alla situazione economica internazionale, Draghi è ottimista: secondo lui, infatti, la strada del risanamento è percorribile, anche per quei Paesi, come Irlanda, Grecia e Portogallo, il cui debito pubblico è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi tre anni. “La risposta sta innanzitutto nelle politiche nazionali, nella piena attuazione dei piani correttivi concordati”.

Insomma, un discorso chiaro e preciso, che non fa sconti a nessuno, né ai politici né agli imprenditori. Il nostro Paese può essere ben felice di vedere un suo cittadino, ma soprattutto una persona capace e apprezzata anche fuori dai nostri confini, a capo di una istituzione così importante, cosa che non avveniva ormai da anni. Speriamo che questa opportunità venga ben sfruttata e che serva a far crescere la reputazione internazionale del Belpaese.


Nessun commento:

Posta un commento