mercoledì 8 settembre 2010

Economia comportamentale: l'euforia irrazionale dei mercati

L’economia comportamentale è un argomento quanto mai di attualità, soprattutto negli ultimi giorni in cui si avverte la paura generalizzata per quello che tutti ormai chiamano il “double dip”, ovvero, la ricaduta dell’economia in una fase recessiva.
Al di là di ciò che possiamo leggere sulla stampa, che rappresentano comunque il pensiero di giornalisti ed economisti importanti e, quindi, dell’economia moderna, è dal passato che possiamo trovare gli spunti necessari  per interpretare il futuro che ci attende. Leggendo i giornali degli ultimi giorni mi tornava in mente una teoria economica studiata nei libri di economia politica qualche anno fa, e volevo riproporvela.
Non è mia intenzione ripercorrere a ritroso tutta la teoria economica del recente passato, tuttavia può essere interessante affrontare i problemi di oggi prendendo spunto dalle idee di una branca di economisti che hanno deciso di intraprendere un nuovo campo di studi: l’economia e la finanza comportamentale. I ricercatori di queste discipline hanno sviluppato “modelli della psicologia umana nella sua relazione con i mercati finanziari” [Robert J. Shiller, From Efficient Market Theory to Behavioral Finance, Journal ol Economic Perspectives, 17, 2003, p.90].
Negli ultimi anni queste teorie hanno attratto innumerevoli economisti. Molti ricercatori hanno condotto esperimenti per determinare esattamente in che modo gli operatori del mercato azionario possano assumere comportamenti che contribuiscano a formare perturbazioni quali le bolle e le ondate di panico finanziario.
Recenti ricerche nel campo della finanza comportamentale hanno rivelato diversi modi in cui le bolle si formano, si autoalimentano e infine scoppiano. La “feedback theory”, per esempio, suggerisce che gli investitori, osservando un aumento dei prezzi, si lasciano trascinare dall’entusiasmo generale provocando un ulteriore aumento delle quotazioni, il che a sua volta attrae altri investitori, che gonfiano la bolla ancora di più. A lungo andare il meccanismo di feedback porta ad una situazione nella quale i prezzi sono completamente slegati da qualsiasi base razionale, aumentando vertiginosamente fino al punto di massima espansione: a quel punto crollano creando una “bolla negativa”, nella quale i prezzi vanno a picco precipitosamente.
Gli studiosi di economia comportamentale hanno identificato diversi fattori “parametri fondamentali del comportamento umano”, come li definiva Shiller, che possono esasperare questo meccanismo di feedback. Uno di questi è “l’errore di auto attribuzione”, nel quale gli investitori che partecipano a una mania speculativa attribuiscono la crescita dei loro guadagni alla loro perspicacia, anziché al fatto di trovarsi in una bolla con altre centinaia di investitori. Questo è solo un esempio, ma vi sono numerosi altri fattori che, secondo queste teorie, alterano il comportamento umano e, quindi, il funzionamento dei mercati.
Le teorie di Shiller e di altri autori ci suggeriscono che: tutta questa attenzione alle dimensioni irrazionali del comportamento economico ha prodotto un quadro non molto lusinghiero del funzionamento dei mercati (o del cattivo funzionamento degli stessi). Il capitalismo, secondo questa teoria, non è un meccanismo autoregolato che va avanti senza troppi scossoni, ma è un sistema soggetto ad “euforia irrazionale” e “pessimismo infondato”. In altre parole, i mercati sono dei sistemi straordinariamente instabili e, purtroppo, basta dare un’occhiata all’attuale crisi per trovare ulteriori conferme della fragilità dei mercati.
In conclusione, dopo questa breve riflessione derivata dalle teorie economiche, ci accorgiamo come questi studiosi, ancora oggi poco apprezzati, siano riusciti a mettere in evidenza le linee di frattura che dividono ancora oggi i diversi modi di intendere le crisi e le loro conseguenze. E, come è facile prevedere, è proprio dal passato che possiamo trarre le migliori ispirazioni per comprendere il nostro futuro.

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