La sfida che si propongono gli enti territoriali è tutt’altro che semplice, e stiamo parlando di un paese che ha praticamente tutto dal punto di vista paesaggistico (mare, monti, colline che entrano nei libri di storia dell’arte) clima e cultura enogastronomica che ci invidiano in tutto il mondo, per non parlare dell’arte: si stima che in Italia ci sia circa l’80% di tutta l’arte del mondo. Una nazione così “fortunata” dovrebbe essere al primo posto negli arrivi turistici, e invece da circa cinque anni occupa la quinta posizione, sorpassata da Francia, Spagna, USA e Cina.
Rank | Country | International tourist arrivals |
---|---|---|
1 | France | 74.2 million |
2 | United States | 54.9 million |
3 | Spain | 52.2 million |
4 | China | 50.9 million |
5 | Italy | 43.2 million |
6 | United Kingdom | 28.0 million |
7 | Turkey | 25.5 million |
8 | Germany | 24.2 million |
9 | Malaysia | 23.6 million |
10 | Mexico | 21.5 million |
Fonte: UNTWO (April 2010). "UNTWO World Tourism Barometer Interim Update" (PDF). http://www.unwto.org/facts/eng/pdf/barometer/UNWTO_Barom10_update_april_en_excerpt.pdf. Retrieved 2010-05-07.
Il problema è evidente, ma per molti anni troppo poco è stato fatto; forse la situazione a livello centrale si sta smuovendo, è stato istituito un ministero ad hoc, ovviamente dobbiamo attendere qualche anno per vedere se il sistema abbia lavorato bene, perché sono le cifre che contano.
A livello locale, invece, si ha come la sensazione che manchi una certa organizzazione. Si deve capire che il turista, al pari di qualsiasi cliente, va sedotto e coccolato: in un’epoca in cui il tempo è tiranno si devono prima di tutto dare informazioni complete ai potenziali turisti, creare dei pacchetti completi e accessibili ad un numero sempre più ampio di persone. Per questo si dovrebbe migliorare la connessione tra industria ricettiva e attività complementari quali ristorazione, escursioni e musei: più che cercare un brand facilmente riconoscibile dal turista si dovrebbe prima lavorare sulla vacanza che si offre al cliente, il marchio servirà solo a suggellare un lavoro di qualità.
Infine, ben vengano politiche di marketing territoriale proposte dagli enti territoriali, ma bisogna pur sempre ricordarsi che la spinta dovrebbe venire dalle imprese, lo stato non può e non deve sostituirsi al privato… altrimenti si rischia di confondere i ruoli, e i pericoli delle imprese sono sempre dietro l’angolo, vedi il caso dei derivati..!
A livello locale, invece, si ha come la sensazione che manchi una certa organizzazione. Si deve capire che il turista, al pari di qualsiasi cliente, va sedotto e coccolato: in un’epoca in cui il tempo è tiranno si devono prima di tutto dare informazioni complete ai potenziali turisti, creare dei pacchetti completi e accessibili ad un numero sempre più ampio di persone. Per questo si dovrebbe migliorare la connessione tra industria ricettiva e attività complementari quali ristorazione, escursioni e musei: più che cercare un brand facilmente riconoscibile dal turista si dovrebbe prima lavorare sulla vacanza che si offre al cliente, il marchio servirà solo a suggellare un lavoro di qualità.
Infine, ben vengano politiche di marketing territoriale proposte dagli enti territoriali, ma bisogna pur sempre ricordarsi che la spinta dovrebbe venire dalle imprese, lo stato non può e non deve sostituirsi al privato… altrimenti si rischia di confondere i ruoli, e i pericoli delle imprese sono sempre dietro l’angolo, vedi il caso dei derivati..!
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