mercoledì 8 settembre 2010

Il volano del turismo può essere il marketing territoriale proposto dai comuni?

Sembra interessante l’iniziativa di alcuni comuni che hanno deciso di fare un vero e proprio marketing territoriale proponendosi come mete turistiche. Sul sito de Il Sole 24 Ore è apparso nei giorni scorsi un articolo in cui si chiedeva ai lettori di comunicare il brand della propria città. Lo scopo del marketing territoriale è duplice: da una parte le amministrazioni cercano di tamponare i conti in rosso e dall’altra di creare nuovi posti di lavoro, obiettivo quanto mai importante in questo periodo di crisi e di sfiducia.
La sfida che si propongono gli enti territoriali è tutt’altro che semplice, e stiamo parlando di un paese che ha praticamente tutto dal punto di vista paesaggistico (mare, monti, colline che entrano nei libri di storia dell’arte) clima e cultura enogastronomica che ci invidiano in tutto il mondo, per non parlare dell’arte: si stima che in Italia ci sia circa l’80% di tutta l’arte del mondo. Una nazione così “fortunata” dovrebbe essere al primo posto negli arrivi turistici, e invece da circa cinque anni occupa la quinta posizione, sorpassata da Francia, Spagna, USA e Cina.

Rank Country International tourist arrivals
1  France 74.2 million
2  United States 54.9 million
3  Spain 52.2 million
4  China 50.9 million
5  Italy 43.2 million
6  United Kingdom 28.0 million
7  Turkey 25.5 million
8  Germany 24.2 million
9  Malaysia 23.6 million
10  Mexico 21.5 million

 Fonte: UNTWO (April 2010). "UNTWO World Tourism Barometer Interim Update" (PDF). http://www.unwto.org/facts/eng/pdf/barometer/UNWTO_Barom10_update_april_en_excerpt.pdf. Retrieved 2010-05-07.

 
Il problema è evidente, ma per molti anni troppo poco è stato fatto; forse la situazione a livello centrale si sta smuovendo, è stato istituito un ministero ad hoc, ovviamente dobbiamo attendere qualche anno per vedere se il sistema abbia lavorato bene, perché sono le cifre che contano.
A livello locale, invece, si ha come la sensazione che manchi una certa organizzazione. Si deve capire che il turista, al pari di qualsiasi cliente, va sedotto e coccolato: in un’epoca in cui il tempo è tiranno si devono prima di tutto dare informazioni complete ai potenziali turisti, creare dei pacchetti completi e accessibili ad un numero sempre più ampio di persone. Per questo si dovrebbe migliorare la connessione tra industria ricettiva e attività complementari quali ristorazione, escursioni e musei: più che cercare un brand facilmente riconoscibile dal turista si dovrebbe prima lavorare sulla vacanza che si offre al cliente, il marchio servirà solo a suggellare un lavoro di qualità.
Infine, ben vengano politiche di marketing territoriale proposte dagli enti territoriali, ma bisogna pur sempre ricordarsi che la spinta dovrebbe venire dalle imprese, lo stato non può e non deve sostituirsi al privato… altrimenti si rischia di confondere i ruoli, e i pericoli delle imprese sono sempre dietro l’angolo, vedi il caso dei derivati..!

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