sabato 4 settembre 2010

L'extracedola di Tod's

In questi giorni, tra le tante notizie che leggiamo sui giornali, attira l’attenzione la distribuzione di un’extracedola da parte del gruppo Tod’s.
La notizia di per sé è inusuale, considerando la crisi e la cautela (eccessiva?) che caratterizza i mercati in questo periodo, ma diventa ancora più importante se consideriamo il fatto che il gruppo ha già distribuito un dividendo pari a 2.20 euro per azione nei primi sei mesi dell’anno.
La risposta del mercato non si è fatta attendere e il titolo in questi giorni ha registrato un +6.19%, che non è sicuramente passato inosservato da parte degli investitori.
Che cosa porta il gruppo Tod’s a distribuire questa extracedola? Beh, sicuramente la risposta merita una visione attenta di tutto il bilancio del gruppo. E, preso a cuore il motto anglosassone “cash is king”, il primo sguardo non può che finire sul rendiconto finanziario. Sicuramente l’elemento più evidente è l’incremento di liquidità che il gruppo che ha fatto registrare nel 2009. Entrando più nel dettaglio, possiamo vedere come tale variazione sia determinata da una riduzione del Capitale Circolante Netto commerciale. Per i non addetti ai lavori ricordiamo che il CCNc è un indicatore importante dello stato di salute di un impresa perché esprime la consistenza del fabbisogno netto derivante dal ciclo operativo; viene idealmente rappresentato come una spugna che, a seconda della gestione dell’impresa, rilascia oppure assorbe liquidità.
Per comprendere tale affermazione si consideri che le attività esprimano investimenti, ossia impieghi di capitale, e pertanto misurino la consistenza del fabbisogno finanziario lordo dell’impresa, che si manifesta indipendentemente dall’ammontare delle fonti utilizzate per coprire tale fabbisogno. Di contro, le passività legate al ciclo operativo indicano in che misura il fabbisogno finanziario si riduce grazie alle politiche commerciali instaurate con i fornitori dell’impresa. Di conseguenza il CCNc esprime l’ammontare dei capitali netti che l’impresa deve auto produrre o raccogliere sul mercato se vuole svolgere il proprio processo produttivo.
Risulta banale osservare che minore è la spugna (ovvero la liquidità imprigionata nell’azienda che ne permette il normale funzionamento) minori saranno le risorse che l’azienda dovrà procacciarsi per lo svolgimento della propria attività.
Tornando alla nostra analisi, la riduzione del CCNc, in generale, rappresenta un buon indicatore dello stato di salute di questa impresa. Questo perché l’azienda è riuscita a farsi pagare prima dai clienti, ha ottenuto più ampie dilazioni di pagamento dai propri fornitori, oppure ha gestito meglio il magazzino.
Entrando nel caso specifico di Tod’s, vediamo che nel 2009 la società è riuscita sia a ridurre la propria esposizione debitoria, sia a contenere l’acquisto delle materie prime, da qui la riduzione del CCNc. Dando uno sguardo al Conto Economico notiamo che al contenimento dell’acquisto di materie prime non è seguita un parallela riduzione delle vendite: questo ci spinge a ritenere che non la quantità, ma il prezzo delle materie prime sia calato, insieme ad un utilizzo delle scorte (per averne conferma si veda la variazione rimanenze).
Il gruppo Tod’s ad oggi si trova con una liquidità di oltre 180 milioni di euro, con una variazione rispetto all’anno precedente di oltre 100 milioni di euro. È evidente che il gruppo avesse intenzione di “fare cassa” e ci sia riuscito molto bene. Non essendo degli analisti interni, non possiamo sapere quale sia il vero intento di questa operazione, ma quel che possiamo capire è che sicuramente questa rappresenta una delle migliori aziende manifatturiere del nostro Paese.
E anche leggendo cosa dicono le maggiori agenzie sull’argomento i commenti trovano sicura conferma:
Manteniamo il rating add e il target price a 64,90 euro sul titolo Tod's", si legge nella nota di Banca Imi, "anche perché l'azione tratta a un P/E 2010 di 20,5 volte contro una media storica 2004-2007 di 25 volte, quindi tratta a sconto di circa il 18%".

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